1 - D'amore non si muore (da Uomini e Donne; la mia preferita).
2 - si può amare da morire, ma morire d'amore no.
3 - Si può morire d'amore! (Storia di una capinera, la vecchia suora in gattabuia)
Inoltre: "Le giostre d'ore si ripetono sempre uguali, in questa salita che rincorre un solo nome: Abbandono". Questa è mia durante la salita estenuante al gelo (l'Abbandono dei 34 gradi? della macchina? dell'Età illusa che contemplava il Tagada?).
Mi son reso conto di arrivare spompato mentalmente al sabato sera e di essere particolarmente monotematico sui bimbi (ripeto ossessivamente aneddoti su pipì a letto, nutella spiaccicata sulla maglietta nuova, tentativi di bastonate, leggende su Dracula che aspira sangue e vita dal collo delle vergini, ecc.. e per fortuna la Smi risponde con aneddoti su bimbi che si credono Harry Potter). Ancora non riesco a staccare per bene dopo il lavoro e lo studio, sto dilapidando tempo prezioso da vero homo accidiosus quale sono, ho questa sensazione, un giorno me ne pentirò. Magari dovrei darmi a nuove conoscenze e uscire di più (ma chi c'ha il tempo?? manco lo troverò a momenti per Antichrist!). Basta però stare in attesa. L'immobilità può essere un simbolo di orgoglio e resistenza ma anche di scacco e frustazione.. (pigramente e saggiamente copiata), i momenti perduti non ritornano.
31 maggio 2009
26 maggio 2009
What you don't know won't hurt you..
"I could do anything
I could go anywhere
I could be anything
To anyone tonight".
Mi piace tanto, e c'azzecca un casino, la canzone della sigla di Dollhouse, che non ho trovato sul tubo.. Dove impazza la mania di rifare la sigla del telefilm preferito, riproducendo lo stile della sigla di un altro show (ad esempio, Streghe in versione Casalinghe o Prue Calling o Ghost Whisperer, oppure Pushing Daisies in versione Buffy, Gossip Girl in versione Beverly Hills, Gilmore Girls in versione Friends.. e così via, a seconda dei gusti) . Ordunque, mi son imbattuto nella sigla di Buffy in stile Dollhouse, che come la maggior parte delle altre creazioni, è identica. Scritte, inquadrature, espressioni, luoghi, oggetti.. Vorrei imparare anch'io come si Fa, e magari creare dei video con la Sweety e la cricca, ma poi, non cazzeggerei ancor più del già troppo?
I could go anywhere
I could be anything
To anyone tonight".
Mi piace tanto, e c'azzecca un casino, la canzone della sigla di Dollhouse, che non ho trovato sul tubo.. Dove impazza la mania di rifare la sigla del telefilm preferito, riproducendo lo stile della sigla di un altro show (ad esempio, Streghe in versione Casalinghe o Prue Calling o Ghost Whisperer, oppure Pushing Daisies in versione Buffy, Gossip Girl in versione Beverly Hills, Gilmore Girls in versione Friends.. e così via, a seconda dei gusti) . Ordunque, mi son imbattuto nella sigla di Buffy in stile Dollhouse, che come la maggior parte delle altre creazioni, è identica. Scritte, inquadrature, espressioni, luoghi, oggetti.. Vorrei imparare anch'io come si Fa, e magari creare dei video con la Sweety e la cricca, ma poi, non cazzeggerei ancor più del già troppo?
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ai confini della realtà
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24 maggio 2009
gli AforinKi (134)
Io son come uno specchio rassegnato
che riflette ogni cosa per la via.
In me stesso non guardo perché nulla
vi troverei...
E, venuta la sera, nel mio letto
mi stendo lungo come in una bara.
[Sbarbaro. Forse anche io scriverò versi così amari un giorno? Eppure dovrei già, grazie all'ennesimo sabato passato sopra i libri (ingozzandomi tra l'altro). La foto invece è in perfetto stile Dollhouse (dopo che hanno resettato il cervello ai protagonisti, d'altronde è una foto della primissima mattina, quando non connetto: "Did I fall asleep?"): anche le bambole del telefilm, stordite ma dall'anima purissima, si stendono la notte come in delle bare e vagano durante il giorno alla ricerca della loro vera identità (però loro non ingrassano). Come leggere Sbarbaro e pensare a Dollhouse, insomma. Si dice che i collegamenti mentali che uno Fa simboleggiano le peculiarità della propria intelligenza: dunque, bambole catatoniche, tremulo adipe, specchi rassegnati. Direi una stanca intelligenza.]
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aforinKi
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16 maggio 2009
il Libro d'oro? Leggevo troppo Andersen e i Grimm da piccolo.
Mia madre mi ha Fatto trovare, al mio ritorno a casa, una favola che avevo scritto a 7 anni (visto che io mi lamento sempre dei bambini di quella età, cercava di intenerirmi verso la perduta infanzia). A quanto pare, avevo deciso di scrivere una raccolta di fiabe e favole originali intitolata "Il Libro D' oro", e la prima che avevo battuto a macchina (come mi piaceva Fare un tempo, con l'inchiostro che sporcava..) si chiamava "Un cappello e tanti dispiaceri". L'allegrezza è sempre stata un mio marchio di fabbrica.
Racconta di un bambino che abitava "in una casa in montagna, dove si vedono le Alpi. Era una grandissima casa di legno, con due piani, molto abitevole. Un dì mio padre si trasferì a Venezia, in un quartiere molto ricco, e ogni giorno gli chiedevo 'Papà si torna a casa nostra?'. Ma a lui non interessava, gli piaceva quella casa e rispondeva con tono secco 'Ma perchè? Si sta tanto bene qua!'. E ogni giorno diceva che aveva trovato un lavoro, che frequentava tipi ricchissimi.. Io non avevo punti amici e mi sentivo solo, mentre con gli amici di montagna mi divertivo un sacco! Facevamo gite in bicicletta, pesca sul fiume.. Ora tutto è finito, perchè anche i miei familiari sono condizionati dal babbo. Poi, per incanto il babbo fu licenziato". In breve: la famiglia ritorna in montagna, il bimbo ritrova "un vecchio cappello rotto, ma bello! Aveva una seta verde a quadrettini. Io avevo tanta voglia di metterlo e provai a ricucirlo. C'è voluto molto tempo e non bastava la stoffa, quindi l'ho cercata nel bosco. La mamma mi diceva sempre che un uomo lasciava lì i pezzi di stoffa che gli avanzavano, dopo aver cucito per la madre che sentiva freddo. Corsi tanto che non sentii neanche le gambe, e col fiato sospeso arrivai in una buca dove scivolai ecc.. grosso albero rugoso..ecc... [deliri vari] .. quel pendio sembrava un'enorme cascata che mi travolgeva, un'enorme onda. Poi, qualcuno mi tirò fuori e mi ricoprì con stoffa a quadretti verdi. Era l'uomo, e risvegliatomi mi dette la stoffa a cui tenevo tanto. Arrivato a casa, con fretta cucii il cappello: era diventato davvero più bello. Andai a farlo vedere ai miei amici, ma non trovai nessuno. Vidi però per la strada un vecchio, e gli posi la domanda se sapesse dove erano andati. Il vecchio rispose 'sono andati a Venezia a cercare un amico, poi mi è giunta lettera che non torneranno mai più'. Ora mi sentivo più solo che mai."
Che fiaba truce. Ovviamente è orrenda, però caspita, scrivevo frasi astruse come adesso e tanti errori, ma mai un "facieva". Sono convinto che nella mia mente giovanile il bimbo e l'uomo erano la stessa Persona (e il vecchio, no?).
Racconta di un bambino che abitava "in una casa in montagna, dove si vedono le Alpi. Era una grandissima casa di legno, con due piani, molto abitevole. Un dì mio padre si trasferì a Venezia, in un quartiere molto ricco, e ogni giorno gli chiedevo 'Papà si torna a casa nostra?'. Ma a lui non interessava, gli piaceva quella casa e rispondeva con tono secco 'Ma perchè? Si sta tanto bene qua!'. E ogni giorno diceva che aveva trovato un lavoro, che frequentava tipi ricchissimi.. Io non avevo punti amici e mi sentivo solo, mentre con gli amici di montagna mi divertivo un sacco! Facevamo gite in bicicletta, pesca sul fiume.. Ora tutto è finito, perchè anche i miei familiari sono condizionati dal babbo. Poi, per incanto il babbo fu licenziato". In breve: la famiglia ritorna in montagna, il bimbo ritrova "un vecchio cappello rotto, ma bello! Aveva una seta verde a quadrettini. Io avevo tanta voglia di metterlo e provai a ricucirlo. C'è voluto molto tempo e non bastava la stoffa, quindi l'ho cercata nel bosco. La mamma mi diceva sempre che un uomo lasciava lì i pezzi di stoffa che gli avanzavano, dopo aver cucito per la madre che sentiva freddo. Corsi tanto che non sentii neanche le gambe, e col fiato sospeso arrivai in una buca dove scivolai ecc.. grosso albero rugoso..ecc... [deliri vari] .. quel pendio sembrava un'enorme cascata che mi travolgeva, un'enorme onda. Poi, qualcuno mi tirò fuori e mi ricoprì con stoffa a quadretti verdi. Era l'uomo, e risvegliatomi mi dette la stoffa a cui tenevo tanto. Arrivato a casa, con fretta cucii il cappello: era diventato davvero più bello. Andai a farlo vedere ai miei amici, ma non trovai nessuno. Vidi però per la strada un vecchio, e gli posi la domanda se sapesse dove erano andati. Il vecchio rispose 'sono andati a Venezia a cercare un amico, poi mi è giunta lettera che non torneranno mai più'. Ora mi sentivo più solo che mai."
Che fiaba truce. Ovviamente è orrenda, però caspita, scrivevo frasi astruse come adesso e tanti errori, ma mai un "facieva". Sono convinto che nella mia mente giovanile il bimbo e l'uomo erano la stessa Persona (e il vecchio, no?).
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sondaggioni
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12 maggio 2009
uhm
oggi il bimbo problematico problematico, "Uragano", per riposarsi dopo una lunga passaggiata-premio mi si è sdraiato sulla curva di una strada asfaltata, e trafficata. Peggio del piccione più scemo. Passa una macchina che per fortuna se ne accorge e si ferma (o avrà sentito le mie urla?). Poi lui mi fa candido: "meglio morire asfaltato che solo". Dovrebbe Farmi tenerezza, invece mi irrita alquanto. Ma continuo a detestare di più i cani. Pure con loro non c'è speranza, e sono molto più maleodoranti.
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saggezza bimba
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5 maggio 2009
il soprannome..
del bimbo che devo rieducare alla vita, partendo dalle fondamenta, è "Uragano". Chissà perchè, eh!! Forse perchè l'ho dovuto inseguire fra prati, vigne, concime, torrenti, fango, pruni, ortiche?? Perchè si era legato una corda al collo? Perchè entra nelle case degli sconosciuti senza chiedere neanche permesso? Perchè sale sui trattori e prova a metterli in moto? Perchè piglia i tubi in terra e tira acqua ovunque? Perchè non dice mai la verità? Ma nonostante tutto, non Farei mai a cambio con "Indemoniato", con "Luga" o con "Frittella". E chi me l'ha Fatto Far di Far questo lavoro, almen (poco) pagato, come tirocinio dell'uni???
Tutta colpa, accidentaccio, del mio delirante periodo in Albania, che mi aveva Fatto cambiare idea su quei demoni altrimenti chiamati canidi, bambini.
Tutta colpa, accidentaccio, del mio delirante periodo in Albania, che mi aveva Fatto cambiare idea su quei demoni altrimenti chiamati canidi, bambini.
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oltre il reale non si sa
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la defecazione può dare dei problemi
possibile che i giapponesi ancora non abbiano inventato niente di utile riguardo la defecazione, tipo la sua eliminazione? Eppure già là in Jap alcuni riescono a Farla rosa o profumata, grazie a delle pillole chimiche o roba similare. Cmq, questo weekend stavo ad un torneo di volley; con un mio compagno di squadra ci rechiamo urgentemente al bagno prima dell'inizio della terza partita, lui mi passa il rotolo della carta igienica al grido liberatorio di "evacua!" (sottinteso: "gioca bene!"). Io scelgo il bagno più bello, ovvero mi infiltro in quello dei disabili, Faccio miracolosamente tutto e in fretta, uso tutta la carta, felice e soddisfatto vado a tirare lo sciacquone. Panico: è rotto. Non c'è acqua! E' un bagno tarocco. Ma proprio fra tutti quelli della palestra, proprio quello? La gente intanto inizia a Far la fila fuori. Io mi agito (1 non so cavarmela in situazioni imbarazzanti 2 oltremodo se son di tipo pratico 3 anche in seguito non ho giocato bene al torneo); urlo, il mio amico accorre dietro la porta accanto a quelli in fila, Fa comunella con gli sconosciuti, mi propone una brillante idea. Trovare e svuotare un cestino e riempirlo con l'acqua delle docce, rendendo inagibile il bagno. Io non ci sarei mai arrivato. Questo episodio mi ha ricordato la mia visita fulminea al Louvre: sono entrato, non c'era fila, ho gridato al miracolo, ho defecato, ho scoperto in quel preciso momento da una voce metallica nel bagno stile 1984 che il museo avrebbe chiuso entro 15 minuti, ho corso per tutto il reparto mesopotamico dato che non l'avevo mai visto, sono uscito. Come stare al Louvre pochi minuti ma memorabili. Come quelli di Jules e Jim (e come loro, posso dire di aver corso al Louvre: “Mi hai detto ti amo, ti dissi aspetta, stavo per dirti eccomi, tu mi hai detto vattene". Che bel film, anche io sono un pò contraddittorio)..
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