23 febbraio 2010

gli AforinKi (147)


...Or duro, acerbo, or pieghevol, mite;
irato sempre, e non maligno mai;
la mente e il cor meco in perpetua lite:
per lo più mesto, e talor lieto assai,
or stimandomi Achille, ed or Tersite:
uom, se' tu grande, o vil? Muori, e il saprai.


[ecco come m'ero concio per il Carnevale 2010.]

16 febbraio 2010

gli Aforinki (146)

Qualche volta ho sognato.. che all'alba del Giorno del Giudizio, quando grandi conquistatori, uomini di legge e statisti verranno a ricevere la loro ricompensa -corone, allori, i loro nomi incisi sul marmo eterno-, l'Onnipotente si volgerà a Pietro e dirà, non senza invidia, vedendoci arrivare con i nostri libri sotto al braccio: "Guarda, questi non hanno bisogno di ricompense. Non abbiamo nulla da dargli. Hanno amato la lettura" (sVirginia Woolf)
[apparte che io ultimamente sogno solo ragni vivi e ragni morti sul mio letto: mi inquieta che al momento porterei sottobraccio soltanto il mio Libro d'Oro scritto dai 7 anni in poi, e la scheda del mio personaggio Dieddì.]

14 febbraio 2010

non ha prezzo

rovistare nella vecchia biblioteca di casa, tutta impolverata e abitata da ragni (è diventato questo studio una sorta di fondino inutilizzato, ci sta pure una moto O_O!), e trovare reliquie familiari che non c'entrano affatto con la tesi, ma che sono ugualmente (per me) emozionanti.
Perchè c'è traccia del gene B., il gene folle della mia famiglia.
Mia nonna scriveva note a margine dei libri di poesie per mio padre, stile: "Che è mai la vita? è l'ombra di un sogno fuggente, la favola breve è finita, il vero immortale è l'amore"; mentre mio zio mandava invettive agli avversari ("finchè dureranno il sole e la natura, ti maledirò").

Il gene B. !!!!!!!! Prossimo obiettivo: immedesimarsi in Govoni. Andrò a Ferrara nelle prossime settimane, un paio di giorni, voglio respirare la sua aria e magari afferrare qualche intuizione.

Questa mi piace, e piaceva pure a mia nonna per me, ci sta bene per S.Valentino: "Sola, disperata, mi trascino stancamente sul cemento infocato: poi, stremata da pensieri e paure inconfessate, giaccio nel sole, che mi penetra, mi possiede e mi stordisce, come nessun uomo... mai, quasi il piacere dei sensi. Ed è tutto; ed è triste... infinitamente triste."