24 maggio 2009

gli AforinKi (134)

Io son come uno specchio rassegnato
che riflette ogni cosa per la via.
In me stesso non guardo perché nulla
vi troverei...
E, venuta la sera, nel mio letto
mi stendo lungo come in una bara.
[Sbarbaro. Forse anche io scriverò versi così amari un giorno? Eppure dovrei già, grazie all'ennesimo sabato passato sopra i libri (ingozzandomi tra l'altro). La foto invece è in perfetto stile Dollhouse (dopo che hanno resettato il cervello ai protagonisti, d'altronde è una foto della primissima mattina, quando non connetto: "Did I fall asleep?"): anche le bambole del telefilm, stordite ma dall'anima purissima, si stendono la notte come in delle bare e vagano durante il giorno alla ricerca della loro vera identità (però loro non ingrassano). Come leggere Sbarbaro e pensare a Dollhouse, insomma. Si dice che i collegamenti mentali che uno Fa simboleggiano le peculiarità della propria intelligenza: dunque, bambole catatoniche, tremulo adipe, specchi rassegnati. Direi una stanca intelligenza.]

3 commenti:

CONCHI ha detto...

GENIO GENIO GENIO!!!!MA COME TI VENGONO 'STI VERSI????CHE HAI MAGNATO MI DOMANDO????
COMUNQUE..J'ADO-RIN

Fla ha detto...

Con questo caldo, chi non sarebbe stanco???? Mi sciolgo!!!!

Rin_ ha detto...

e io sto nella città più calda d'italia a detta di tutti i tiggì, quindi figurati!! eheh

:-)