ohohoh, it's magic..(e breve, come dice Pushing Daisies)

Ultimamente penso spesso alla morte, volente o nolente, dato che il mio esame di latino di lunedì è tutto sulla morte, e potrei stupire chiunque con il mio lessico latino adeguato al riguardo (stramazzare a terra, sbavare, agitare le braccia in un ultimo disperato tentativo di rialzarsi in piedi, emettere deliri, esalare l'ultimo respiro, venir meno ecc). Mi aveva colpito il bellissimo post di Serial di qualche tempo fa, sulla sua ansia similare a quella descritta dal my care friend Lucrezio, l'ansia timorosa della morte nella nostra vita: una forza non chiara, che ti si insinua, in agguato, dentro, mentre la mente è occupata in qualcos'altro per distrarsi, ed è la fonte principe di ogni preoccupazione/affanno, dato che ci spinge ad essere insoddisfatti di sè stessi, e perchè no, invidiosi di chi davanti ai nostri occhi ci appare migliore (pavor ac metus, come suona bene).
Cmq, c'entra relativamente, qualche giorno fa è morta Valentina Giovagnini (come ho appreso da Spike). A molti questo nome non dirà granchè, ma io c'ero particolarmente affezionato, mi aveva attirato tanto che ne comprai il cd originale nel 2002 (e chi mi conosce sa che di originale ho voluto fermamente solo: loredana, sinead e carla bruni). Può sembrare assurdo che un cd possa significare altro altro, ma l'ho sempre associato a una mia fase di passaggio, verso una nuova ricerca di me, delle mie particolarità, per apprezzarmi maggiormente (mi vedevo insicuro e infantile, nonchè single poco rampante, ohohoh). In questi anni spesso mi sono domandato quando sarebbe tornata con un secondo album e, di certo, come quelli che comprano a occhi chiusi un libro per pregiudizi positivi sull'autore che "primi" hanno scoperto, sarebbe stato mio.