Più di Fantine ("I had a dream my life would be, so different from this hell i'm living..", e te credo! 'sto libro fu per me un fiume di lacrime, muoion quasi tutti e in modo atroce), Eponine è sempre stato il mio personaggio preferito dei Miserabili. Anche quando era la graziosa e stronzetta prediletta in casa Thénardier, e per lei Cosette "era come un cane"; in fondo non giocava che con bambole rattoppatissime, e conosceva solo il disprezzo e la cattiveria, non poteva che essere così. Cosette invece, dal destino di schiavetta tiranneggiata tutto il giorno nei lavori più umili e dai piedi perennemente scalzi, viene prontamente salvata da Valjean, diventa bella e algida, riceve una istruzione, trova l'amore di quel tonto di Marius. Eponine rimane una sfigata miserabile; mai bella, ben presto caduta in miseria insieme alla famiglia, ignorante, eppure astuta e abile raggiratrice. Tira a campare nei sobborghi malfamati. Ma è capace di nobili azioni: sa che il suo amore per Marius non è corrisposto, nè lo potrà mai essere; allora lo aiuta a conquistare la "rivale", e sarà lei a morire al suo fianco nelle barricate. Lei che è sempre stata sola, mica quell'altra.
Quando Valjean muore, nel musical è accompagnato in cielo da Fantine e da Eponine, d'altronde "Guai ahimè!, a colui che avrà amato solo corpi, forme ed apparenze! La morte gli toglierà tutto. Cercate di amare le anime e le ritroverete".
9 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento