2 marzo 2010

in tesi.. "salve prof., sono il ragazzo govoniano"

Non tentarmi! Le tue languidezze
non fanno che inasprire la feroce
bestia della mia noia. La tua voce
ha perduto le sue soavezze.

Sono sazio e nauseato delle ebbrezze
della tua carne: sul tuo corpo atroce
mi c'inchiodasti come su una croce
coi chiodi lunghi delle tue carezze.

La lividognola tua bocca, spugna
di baci, che la mia voluttà
abbeverò sì spesso, ora mi ripugna.


Ma tu non credi! E il tuo riso assassino
scruta il fianco de la mia sazietà
come l'infame lancia di Longino.



....Perchè se tu mi parli io non t'ascolto?
Io le tue parole non le sento:
sono preso come in un incantamento
paradisiaco e niente altro ascolto

che il tuo ansare e l'ansito del mare,
non vedo che i tuoi occhi e quel celeste
non sento che il fruscio della tua veste
e il tuo odore che mi fa tremare. (..)

Senti il mare come piange! Ma sereno
è il cielo e la divina amante mia
tu sei, la mia straziante poesia,
tu che mi guardi e stringi al seno.

Mentr'io sorseggio il vino dei tuoi occhi
come calici chiari nel convito
rosso della tua bocca, oh lo squisito
filtro! oh il brindisi azzurro dei tuoi occhi!

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